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Recorded in Borgo Ticino (Novara, IT): September/October 2023 French harpsichord after Tibaut (1691) built by A. Di Maio (2018) Audio eng. M. De Gregorio
AUDIO OVERVIEW (american english) Warning: This speech has been automatically generated by Google's AI technology, trained on the italian text below
e presenti registrazioni di Fernando De Luca, risalgono alla fine di settembre 2023 e sono state realizzate tramite l’impiego dello strumento francese copia dell’originale Tibaut del 1691. Non è possibile dare notizie biografiche sull’autore di tale musica, Mr. Le Bret, del quale conosciamo unicamente le due suite di danze per cembalo qui presentate, una delle due (quella in re minore) pervenuta in stampa con una prefazione (Parigi, ca. 1730); esiste anche una fonte manoscritta, per mano del canonico padre Alexandre-Guy Pingré (1711-1796), altresì astronomo, matematico, bibliotecario e organista dell’abbazia Sainte-Geneviève di Parigi: il manoscritto (F-Psg, Ms. 2372) è appunto conservato presso l’omonima biblioteca, riportando entrambe le suite, assieme a brani e trattati di altri illustri musicisti francesi tra cui Rameau, de Boismortier, Dandrieu e Clérambault.
Segnaliamo come P. Gouin, da tempo noto per il suo incessante lavoro di edizione e divulgazione nel pubblico dominio delle partiture musicali di età barocca, abbia recentemente reso disponibili su imslp.org le due suite di Le Bret, inclusa la suddetta prefazione che riportiamo integralmente; il testo di Le Bret fornisce un interessante elemento di caratterizzazione della natura insolitamente spontanea che l’autore intende trasmettere, ovvero dedicando la sua musica “agli amici” e “cercando di abbellirla con i brani più aggraziati, sapendo dai nostri più illustri Maestri che questa è la bellezza di questo strumento”.
Mes amis m’ayant longtemps pressé de
mettre au jour un Livre de mes pièces de Clavecin,
je me suis enfin rendu à leur sollicitation ;
je souhaite que le naturel que je me suis appliqué
à y faire régner, plaise à ceux qui les exécuteront.
Je me suis toujours attaché en les composant
de les orner des Chants les plus gracieux qu’il m’a
été possible, sachant de nos plus illustres Maîtres
que c’est le beau de cet instrument.
Si elles ont le bonheur de plaire au Public,
je lui en témoignerai ma gratitude en lui donnant
tous les ans successivement un volume.
Et le temps fera connaître que je serai exact
à tenir la parole que j’en donne.