rima di proseguire con il secondo volume di pezzi di C. Moyreau, che seguirà tra pochi giorni, vogliamo pubblicare subito questa paginetta, contenente le 6 suite di John Alcock, eseguite e registrate dal maestro De Luca più o meno un anno fa (Cagliari, luglio 2019).

Come sottolineato dallo stesso autore nel titolo, si tratta di composizioni per tastiera che non presentano particolari difficoltà tecniche, sebbene il De Luca ci ricorda sempre che, soprattutto in questi casi, è l’interpretazione quella che può fare la differenza. Cioè, anche il più semplice ed elementare dei minuetti, se eseguito con la dovuta sensibilità filologica ed organologica, può presentare i suoi ostacoli ed anche determinare una riuscita dell’esecuzione più o meno accettabile. Viceversa, un qualunque pianista privo delle auspicate sensibilità suddette può sempre improvvisarsi cembalista di turno, suonando i pezzi in modo più o meno insipido; tuttavia il peggio si verifica quando il pianista decide di restare col proprio strumento, convinto di migliorare i brani dotandoli di atmosfere protoromantiche, col pedale di risonanza.

La presente è l’unica raccolta nota per tastiera di John Alcock, oltre ad un'altra decina di Voluntaries, pubblicati nel 1774, concepiti per l’organo benché perfettamente suonabili anche al cembalo.

Questo set di 6 suites fu pubblicato nel 1741 con una ulteriore ristampa nell’anno successivo. Il loro linguaggio prende chiaramente a modello simili composizioni dei suoi maggiori contemporanei inglesi, in particolare quelle del suo maestro John Stanley nonché le numerose suites e lessons di Maurice Greene, due autori dei quali abbiamo pubblicato moltissimo in passato su saladelcembalo.org.

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3 agosto 2020}