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Dettaglio dal salone centrale della palazzina di caccia di Stupinigi (Torino)

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JOHANN SEBASTIAN BACH
(Eisenach 1685 - Leipzig 1750)

Kleines harmonisches Labyrinth
BWV 591 (doubtful attr.)

JOHANN CHRISTOPH KELLNER
(Gräfenroda [Thuringia] 1736 - Kassel 1803)

Six Fugues pour les Orgues ou le Clavecin
(Amsterdam and The Hague, ca.1770)

GEORGE FRIDERIC HANDEL
(Halle 1685 - London 1759)

XII Fantasie a Cembalo Solo
(doubtful attr.)

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FERNANDO DE LUCA
harpsichord

Issue 2020-03

Recorded in Cagliari: 5-6 Feb 2018 (Handel), 23 Jun 2018 (Bach), 30-31 Jul 2019 (Kellner). Flemish harpsichord built by F. Granziera (1993) after a Ruckers-Taskin model (Taskin 1780); A=415Hz

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La musica di questa pagina copre tre autori dei quali due incerti, trattandosi di brani la cui attribuzione fu messa in dubbio fin dagli inizi. Nel caso di Bach, il ben noto manoscritto (Kleines harmonisches Labyrinth) fu copiato nel 1839 da J. M. Radowitz ed entrato nell’archivio bachiano con il numero di catalogo BWV 591. Fernando De Luca interpreta qui il brano al cembalo, sebbene questa composizione sia generalmente eseguita all’organo.

Piuttosto che associarla a Johann David Heinichen, come ipotizzò Spitta nel XIX secolo, avrebbe forse più senso tentare di collocarla nella seconda metà del Settecento o anche oltre, periodo in cui le poche composizioni note del Kantor di Lipsia iniziavano a servire da esempio a molti musicisti. Tra questi ci sono certamente i suoi figli, Carl Philipp Emanuel e Wilhelm Friedemann, e numerosi altri autori tedeschi, spesso influenzati direttamente o indirettamente da loro.

Uno di questi è Johann Christoph Kellner, da non confondere con suo padre Johann Peter Kellner (1705-1772) di cui abbiamo recentemente pubblicato l’esecuzione integrale del Certamen Musicum durante la scorsa estate del 2019. Kellner studiò innanzitutto col padre, il quale a sua volta assorbì l’arte bachiana direttamente dagli autografi originali di cui venne in possesso. Questa breve raccolta di Six Fugues pour les Orgues ou le Clavecin, pubblicata dal figlio Johann Christoph attorno al 1770, è uno dei numerosi esempi che testimoniano il forte interesse di musicisti e pubblico di fine secolo nei confronti di un genere ancora coltivato.

Per finire, la raccolta di XII Fantasie a Cembalo Solo, comparve nel 1942 a Zurigo in un’edizione moderna di G. Walter intitolata Zwölf Fantasien und vier Stücke für Cembalo, ed attribuita ad Handel. Più recentemente (2011), ne è comparsa una nuova revisione per mano di Günter von Zadow per Edition Güntersberg (Heidelberg) che ringraziamo per averne fornito una copia al nostro interprete. Fatta eccezione per il primo dei 12 brani, che corrisponde alla Sonata in Do Maggiore HWV 577, i rimanenti non sono mai stati attribuiti con certezza alla penna del Sassone, ed in effetti solo alcuni di essi potrebbero esservi ricondotti (a lui come ad altri autori coevi, magari attivi a Londra o dintorni). Da segnalare che la prefazione di questa nuova edizione è stata firmata dal noto musicologo Graham Pont.

saladelcembalo.org
8 marzo 2020

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