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Jacob van Schuppen (attr.), Ritratto di Johann Joseph Fux, Civico Museo Bibliografico Musicale, Bologna

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JOHANN JOSEPH FUX
(Hirtenfeld [St Marein, Styria] 1660 - Vienna 1741)

Sonata d-Moll
(No. 1 in [Schenk])
  1. [Allegro]
  2. Andante
  3. Presto
Sonata g-Moll
(No. 3 in [Schenk])
  1. [Allegro] - Adagio
  2. Adagio
  3. Allegro
Sonata C-Dur
(No. 4 in [Schenk])
  1. Aria C-Dur
    (FuxWV III.5.? / Aria passaggiata in [Schenk])
  2. [Andante]
  3. Allegro assai
Sonata a-Moll
(No. 5 in [Schenk])
  1. [Adagio]
  2. [Fuga]
  3. Adagio
Sonata g-Moll
(No. 6 in [Schenk])
  1. Vivace un poco Allegro - Allegro
    Adagio - Allegro - Adagio
  2. Allegro - Adagio
Sonata d-Moll
(No. 7 in [Schenk])
  1. Allegro
  2. [Andante]
  3. Presto - Adagio
Partita a-Moll
(FuxWV III.5.20 / Suite I in [Schenk])
  1. Allemande
  2. Courante
  3. Sarabande
  4. Aria
  5. Menuet
  6. Gigue
  7. Menuet
Capriccio g-Moll
(FuxWV III.5.13 / K 404)
  1. Capricio: Harpeggio
  2. Fuga: Allegretto - Adagio (da capo)
  3. Allegretto La Superbia
  4. Gustuoso Arietta
  5. Tempo giusto L'humilta
  6. Affettuoso La vera pace
  7. Allegro Finale
Partita g-Moll
(FuxWV III.5.16 / Suite III in [Schenk])
  1. Allemand
  2. Courand
  3. Bouree
  4. Menuet - Double
  5. Aria
  6. Gigue
Harpeggio e Fuga G-Dur
(FuxWV III.5.8)
  1. [Preludio]
  2. [Fuga]

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GOTTLIEB MUFFAT
(Passau 1690 - Vienna 1770)

  • Ciacona (Spiritoso) [mit 38 variationen]
    da "Componimenti Musicali per il Cembalo"
    (Augsburg 1739)

FERNANDO DE LUCA
harpsichord

Issue 2017-02

Recorded in Rome, May & July 2014
French harpsichord after Blanchet (1754)
built by C. Caponi (1985); Pitch A=415Hz
Audio eng. M. De Gregorio

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Il catalogo delle composizioni di Fux conta oltre 600 numeri, gran parte dei quali occupati da opere liturgiche per il servizio alla corte imperiale di Vienna. Per quanto vasta ed importante possa essere l’intera produzione, questa fu quasi immediatamente posta in secondo piano dopo la diffusione del suo Gradus ad Parnassum, notissima opera teorica pubblicata a Vienna nel 1725, in latino; poi ristampata nel 1742 (l’anno successivo alla sua morte) ed ancora, tradotta in tedesco ed italiano negli stessi anni, fino alla traduzione completa in inglese intitolata Practical Rules for Learning Composition avvenuta verso il 1770 o poco prima. Ciononostante, è la sua opera intera che rende Johann Joseph Fux il più importante compositore austriaco prima dell’avvento di Haydn e Mozart, i quali come noto, assieme a molti altri delle loro rispettive generazioni, appresero molte tecniche di composizione proprio dai lavori del compositore stiriano. L’influenza maggiore pare sia attestabile sui musicisti nati a partire dal primo decennio del 1700, ovverosia gli esponenti del nuovo stile galante e pre-classico.

Molto meno semplice è dimostrare che Fux, praticamente coetaneo di Henry Purcell, abbia avuto una qualche profonda influenza sulla generazione appena successiva alla sua, fatta eccezione per Jan Dismas Zelenka e Gottlieb Muffat che furono suoi allievi a Vienna. Ad esempio, non pare esserci un collegamento con Johann Sebastian Bach, il cui percorso musicale si sviluppa sul terreno della Germania luterana, del centro e del nord, solo successivamente egli avrà modo di apprezzare (a detta di Carl Philipp Emanuel) la maestria compositiva del Hofkapellmeister di Vienna. Certo, a distanza di due decenni dalla uscita del Gradus, (siamo quindi attorno al 1745) si potrebbe pensare che Bach abbia ricevuto un serio stimolo alla preparazione, mai portata a compimento, della sua monumentale Die Kunst der Fuge. Si tratta naturalmente di una ipotesi fantasiosa benché non del tutto inverosimile.

L’evento chiave che sembra aver determinato la sostanziale crescita musicale di Fux è, ancora una volta… un viaggio in Italia. Per il conclave del 1689, il vescovo Kollonitsch viaggiò a Roma portandosi dietro, secondo alcuni studiosi, il suo protetto Johann Joseph Fux. Evidentemente non andò tanto bene per Kollonitsch, visto che l’eletto fu Pietro Vito Ottoboni (Papa Alessandro VIII), ma trovarsi a Roma in quel periodo significava venire a contatto con personalità musicali del calibro di Ottavio Pitoni, l’ultimo discendente della scuola Palestriniana, e poi ancora Arcangelo Corelli e Bernando Pasquini, entrambi molto vicini agli Ottoboni. L’ipotesi che Fux possa aver subito un’influenza diretta a Roma da parte di questi grandi musicisti è stata avanzata in R. Flotzinger, Fux-Studien, pp. 55-60 (Graz, 1985). Interessa qui evidenziare l’apporto corelliano, ben evidente nella produzione strumentale di Fux, che conta una gran quantità di triosonate la maggior parte per due violini e basso continuo, alle quali se ne aggiungono altre per più strumenti, sia in forma di brani multi-sezione, oppure in singoli movimenti (sinfonie); in altre parole si tratta di sonate da chiesa che Fux impiegava come intermezzi all’interno delle sue grandi composizioni liturgiche. Alcune di queste triosonate sono giunte in forma di trascrizione al cembalo, come le 6 che presentiamo qui, selezionate e interpretate dal maestro De Luca.

Le due splendide partite (suites) anch’esse selezionate per noi, mostrano la profonda conoscenza ed il raffinato gusto che Fux nutriva per lo stile francese, pur non mancando la base tedesca derivata da Froberger, mista ad influssi italiani di vario tipo (altre due partite verranno registrate in futuro in modo da completare la raccolta delle quattro). Nella pagina abbiamo anche il brano forse più noto di Fux per cembalo, ossia il capriccio in sol minore, ed altri due brani minori, l’harpeggio e fuga in sol maggiore ed un’aria in do maggiore, detta "passaggiata" nell'edizione di Schenk, che qui abbiamo inserito come preludio alla Sonata quarta nella stessa tonalità. Infine, la ciaccona in re maggiore con 32 variazioni che affianchiamo alla analoga composizione di un suo importante allievo: la ciacona con 38 variazioni, tratta dai Componimenti Musicali (1739) di Gottlieb Muffat, sul quale contiamo di tornare.

Abbiamo indicato, laddove possibile, una doppia catalogazione per le opere di Fux, sia impiegando l'ordinamento determinato da Erich Schenk in Werke für Tasteninstrumente by Johann Joseph Fux (Vienna 1947), che adottando la recente numerazione del FuxWV Catalogue, ancora in fase di arricchimento: Thomas Hochradner, Thematisches Verzeichnis der Werke von Johann Joseph Fux. Völlig überarbeitete Neufassung des Verzeichnisses von Ludwig Ritter von Köchel. Band I, Wien: Hollitzer Verlag, 2016. In questo nuovo catalogo, tutte le composizioni strumentali sono sistemate nella sezione terza (FuxWV III), in particolare quelle per strumento a tastiera nella sottosezione quinta (FuxWV III:5).

saladelcembalo.org
28 gennaio 2017

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