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Indice

IL MUSICISTA IN CRISI ATTORNO AL 1740
COMPOSITORE E BENEFATTORE
ARIA DI CAMBIAMENTO
L'ENTUSIASMO RITROVATO
ORATORIO E POESIA
RITORNO A LONDRA
Bibliografia


Il 29 ottobre 1741, George Frideric Handel porta a compimento la prima stesura della partitura del Samson; appena due giorni dopo, il compositore decide di assistere a due pasticci operistici dati al King’s Theatre di Londra, allora gestito da Lord Middlesex. Tempo altri due mesi e ritroviamo Handel a Dublino, in procinto di scrivere una lunga e gioiosa lettera datata 29 dicembre 1741, al suo amico e librettista Charles Jennens, rimasto a Londra. Dalle stesse parole del Sassone, apprendiamo che “lo spettacolo lo tenne allegro per tutto il viaggio”, riferendosi al primo dei due pasticci suddetti cui assistette poco prima di partire alla volta di Dublino...

The first Opera I heard my self before I left London, and it made me very merry all along my journey, and of the second Opera, call'd Penelope, a certain noble man writes very jocosly, il faut que je dise avec Harlequin, nôtre Penelôpe n'est qu'une Sallôpe. [...]

IL MUSICISTA IN CRISI ATTORNO AL 1740

Torniamo indietro di qualche mese, a Londra, cercando di contestualizzare lo stato d'animo del musicista ormai lontano dalle glorie, dai fasti ma anche dai fallimenti dell'Opera Italiana: possiamo immaginare Handel che assiste alle rappresentazioni d'Opera non più da impresario-compositore, bensì da spettatore puramente disinteressato; è presumibile che questo gli avrà fornito un motivo in più per rallegrarsi. Ma egli avverte anche, con molta probabilità, un forte senso di liberazione per essersi riuscito a svincolare, uscendone a testa alta, dalle aspre battaglie dei tre decenni appena trascorsi; prima contro il Bononcini (già da tempo fuggito da Londra in seguito alle tristemente famose accuse di plagio) e dopo nei confronti di Nicola Porpora, futuro maestro di Franz Joseph Haydn, ma la cui carriera operistica è ora in fase di declino e si svolge ben lontano dall'Inghilterra.

Ci troviamo insomma ad uno snodo piuttosto delicato della vita del Caro Sassone: è, infatti, ben documentato (in una nota sul “London Daily Post” del 4 aprile 1741) che Handel pare volesse abbandonare definitivamente l’Inghilterra per tornare nella sua terra d'origine, la Germania - il conte di Egmont è preciso nell'affermare che Spa doveva essere la sua prossima città d'approdo. Si registra anche un evidente senso di sfiducia da parte del compositore verso un genere musicale che lui stesso stava formando negli anni, ovvero l'Oratorio Inglese e le sue derivazioni e forme collegate. Le ultime e più interessanti esperienze, da Athalia del 1733, al Saul del 1738, passando per l'Israel in Egypt dell'anno successivo, fino ad arrivare all'Allegro del 1740 mostrano chiaramente che il genere, seppur giunto nelle mani di Handel ad una piena maturazione artistica, non riusciva a decollare presso il pubblico londinese.

Ai primi di luglio troviamo il nostro musicista alle prese con la composizione di alcuni Duetti Italiani. Stava davvero progettando di tornare in Germania? E perché improvvisamente egli decide di tornare al genere estemporaneo del Duetto, visto che ciò non accadeva dai tempi del primo viaggio a Roma (1707-1708) e poi di Hannover (1710-11)? Evidentemente, a mio avviso, c'è una relazione tra l'attuale situazione di incertezza ed una naturale spinta nella vena creativa dell'artista a munirsi di nuove armi musicali per affrontare l'evenienza o l'ignoto. Naturalmente, il risultato fu decisamente portentoso: la prima versione del Duetto, quello per due soprani, di No, di voi non vuo' fidarmi completata il 3 luglio 1741, fu preceduta da Quel fior ch'all'alba ride sempre per due soprani e completato due giorni prima. Da notare che, contrariamente a quanto molti pensano, tale musica fu composta ex-novo in quei pochi giorni, e non fu frutto di rielaborazione di arie o duetti di gioventù.

COMPOSITORE E BENEFATTORE

HogarthCoramNel delineare la figura del nostro artista in crisi c'è un altro importante aspetto che va ricordato, questa volta inerente l'Uomo Handel. E’ proprio in questo torno di tempo che il musicista cominciò a farsi conoscere per la sua grande umanità e attiva partecipazione alla vita cittadina. Nella taverna di Crown and Anchor fu istituito il Fondo per il sostegno dei musicisti bisognosi (oggi Royal Society of Musicians), maggio 1738, di cui Handel fu uno dei primissimi sottoscrittori contribuendo, inoltre, con un diverso oratorio eseguito in beneficenza ogni anno. Ma il fatto determinante è legato a Thomas Coram (1678-1751), piantatore e costruttore navale in Nuova Zelanda, oltre che capitano di mare, il quale nel 1740/41 fondò a Londra il famoso Ospizio per l'infanzia abbandonata - "dei trovatelli" (Foundling Hospital). Questo avvenne in seguito ad autorizzazione reale del 1739 e anche qui, fin da subito, Handel elargì cospicue sovvenzioni alla nuova istituzione, tanto che ne fu poi eletto governatore accanto ad altri illustri inglesi (come ad esempio il grande pittore William Hogarth, autore fra l’altro di splendide stampe satiriche). Nel dipinto qui mostrato, risalente al 1740, Hogarth ritrae il Capitano Thomas Coram con una veduta di velieri sulla sinistra (alludendo alla sua professione) e il mappamondo con l'Oceano Atlantico, in basso a destra. Nella sua mano destra stringe il sigillo del Foundling Hospital, ha alle spalle un dipinto ovale con una Maternità, e sul rotolo che esce dal cofanetto si legge: "The Royal Charter".

Una curiosità: oggi si può ancora ammirare quello che fu l'Orfanotrofio dei Trovatelli, o meglio ciò che resta del complesso di edifici di cui era composto. La palazzina residua (ricostruita nel 1937) si trova nel quartiere londinese di Bloomsbury nel London Borough of Camden, a pochi passi dalla fermata metro di Russel Square e dal British Museum.

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Da sinistra verso destra: 1. La strada di Londra intitolata ad Handel, nel quartiere di Bloomsbury; 2. Una locandina del Foundling Museum affissa nella metropolitana di Londra; 3. Testo introduttivo posto all'ingresso del Foundling Museum; 4. Statua di Thomas Coram di fronte al museo; 5. L'ingresso del Foundling Museum; 6. L'edificio del Foundling Museum (photos by Zadok 2009 - click to zoom)

ARIA DI CAMBIAMENTO

Definita questa cornice, possiamo dunque riprendere ad analizzare gli accadimenti degli ultimi mesi del 1741, per constatare che finalmente qualcosa si stava muovendo. Ai primi di novembre, Handel il musicista/impresario, ed ora anche benefattore - famoso per la sua ben nota munificenza verso le organizzazioni di carità - all’improvviso parte per Dublino, su invito del Lord Luogotenente d’Irlanda. Sebbene l'evento possa apparire, da una lettura limitata alle sole gazzette londinesi, come qualcosa di casuale ed inatteso, in realtà è frutto di una serie di accordi che si erano nel frattempo concretizzati. E' l'estate, infatti, che aveva portato verso sviluppi di importanza capitale, tanto è vero che il Messiah fu composto a tempo di record tra il 22 agosto ed il 14 settembre, ed a ruota seguì la prima stesura come già si è detto in apertura, del Samson. Sicuramente la prima delle due opere fu concepita per essere eseguita in beneficenza, a pro delle opere pie di Dublino, ed Handel pensò bene - classico colpo di genio - di riutilizzare i duetti composti nello scorso luglio trasformandoli in tre magnificenti "cori-duetto" da inserire nella prima parte del celeberrimo oratorio: And He shall purify, For unto us a Child is born, ed in chiusura His yoke is easy. Anche la seconda partitura era probabilmente destinata alla capitale irlandese, tuttavia sappiamo che andò diversamente (vedi più avanti, ultima sezione).

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A proposito del viaggio di andata, lo studioso haendeliano Winton Dean ci racconta che:

Il vento contrario lo bloccò per qualche giorno a Chester, dove profittò dell’indugio per provare alcuni cori del Messiah con cantanti del luogo: Burney, ch’era allora ragazzino, v’incontrò Handel per la prima volta e lasciò un resoconto spassoso dell’evento. [...]

L'ENTUSIASMO RITROVATO

Dieci furono i mesi trascorsi da Handel a Dublino e possiamo ben affermare che risultarono un trionfo del tutto inatteso, soprattutto nell'ottica di quelle premesse che abbiamo cercato di esporre in precedenza. E' molto interessante tornare ad analizzare la lettera a Jennens succitata, che Handel scrisse dopo appena due mesi di permanenza nella capitale irlandese. Non è assolutamente esagerato affermare che egli ritrovò la propria anima musicale e combattiva, la fiducia nel proprio operato artistico e la motivazione per andare avanti fino alla fine (e parliamo di un altro quindicennio a seguire) grazie proprio alla trasferta irlandese. Questo lo possiamo scorgere chiaramente leggendo le parole del compositore, già nell'atto di comunicare al suo librettista l'ottima accoglienza ricevuta nelle prime sei serate musicali, sottoscritte da un gran numero di personalità di spicco della città

it was with the greatest Pleasure I saw the continuation of Your kindness by the Lines you was pleased to send me, in order to be prefixed to Your Oratorio Messiah, which I set to Musick before I left England. I am emboldened, Sir, by the generous Concern You please to take in relation to my affairs, to give you an account to the Success I have met here. The Nobility did me the Honour to make amongst themselves a Subscription for 6 Nights, which did fill a Room of 600 Persons. so that I needed not sell one single Ticket at the Door. and without Vanity the Performance was received with a general Approbation.

La performance cui Handel fa riferimento, altro non è che la rappresentazione dell'Allegro, il Penseroso ed il Moderato, del 23 dicembre 1741 - ovvero sei giorni prima della stesura della lettera - spettacolo che avvenne nella Neal's Music Hall di Fishamble Street, Dublino. La partitura del Messiah rimarrà invece chiusa nel cassetto fino ai primi mesi del 1742: tutti gli studiosi di Handel concordano sull'idea che il musicista attendeva il momento propizio prima di scoprire la sua carta rivoluzionaria e potenzialmente esplosiva.

Il ritrovato ottimismo è ben visibile anche quando il Sassone descrive il suo felice rapporto con i cantanti - la Sig.ra Avolio, soprano italiana che canterà anche nel Messiah - i coristi e gli strumentisti, nonché con la tastiera prediletta del suo Organo

Sig.ra Avolio, which I brought with me from London pleases extraordinary. I have formed an other Tenor Voice which gives great satisfaction, the Basses and Counter Tenors are very good, and the rest of the Chorus Singers (by my Direction) do exceeding well, as for the Instruments they are really excellent. Mr. Dubourgh being at the Head of them, and the Musick sounds delightfully in this charming Room, which puts me in such such spirits (and my Health being so good) that I exert my self on my Organ with more than usual success.

ORATORIO E POESIA

Dublino fu il trampolino di lancio per tutte le sue idee più recenti: concerti per organo e anthems eseguiti nelle chiese dublinesi, serate concertistiche in collaborazione con l’amico Matthew Dubourg (il violinista che studiò sotto Geminiani). Gli oratori e odi, che avevano inizialmente riscosso magri consensi a Londra, come L’Allegro il Penseroso ed il Moderato, Alexander’s Feast, nonché Imeneo in forma di concerto (opera annunciata come “serenata”), ebbero qui rappresentazioni acclamatissime, con grande lusinga di Handel. Gli oratori in particolare fruttarono somme ingenti a pro delle istituzioni filantropiche. Una partitura del Messiah fu donata alla Charitable Musical Society.

Nella lettera, Handel tiene ad evidenziare come gran parte dei sottoscrittori fossero realmente interessati ai contenuti letterari di Odi ed Oratori affermando che "all which are very much taken with the Poetry", e naturalmente, visto che Jennens era l'autore del testo della terza parte dell'Allegro (ovvero "Il Moderato"), Handel non mancò di precisare "I opened with the Allegro, Penseroso, & Moderato, and I assure you that the Words of the Moderato are vastly admired [...]".

Il risultato fu che, già dopo i primi due mesi di permanenza a Dublino, Handel si vide felicemente costretto a prolungare la "tournée" irlandese come egli stesso spiega

They propose already to have some more Performances when the 6 Nights of the Subscription are over, and My Lord Duc the Lord Lieutenant (who is allways present with all His Family on those Nights) will easily obtain a longer Permission for me by His Majesty, so that I shall be obliged to make my stay here longer than I thought.

RITORNO A LONDRA

CharlesJennensVari mesi dopo la prima lettera, il Caro Sassone ormai rientrato a Londra, ne scrive una seconda sempre al suo librettista Jennens, datata 9 settembre 1742. In questa lettera, molto più breve, si evince che ormai tutto è compiuto. Oltre al grande successo del Messiah ottenuto a Dublino - un fatto per noi apparentemente scontato - apprendiamo anche dell'intenzione del compositore di tornare presto in Irlanda. Il seguente passaggio dalla lettera, inoltre, dimostra in maniera inequivocabile come l'Oratorio Inglese di Handel, sia cresciuto e si sia affermato, inizialmente, soprattutto grazie all'apporto dei sostenitori dei circoli letterari ed artistici frequentati dal musicista, prima a Londra, poi a Dublino ed infine ancora a Londra

Whether I shall do something in the Oratorio way (as several of my friend desire) i can not determine as yet. Certain it is that this time 12 month I shall continue my Oratorio's in Ireland, where they are agoing to make a large subscription allready for that Purpose [...]

Il resto della storia è ben nota. Handel rientrato nella capitale inglese, farà rappresentare il suo nuovo oratorio Samson, riscuotendo un enorme successo (a partire dal 18 febbraio 1743 e per tutte le riprese successive), sebbene attenderà ancora qualche tempo prima di presentare il suo Messiah alla delicata società londinese col suo vero nome, limitandosi invece a pubblicizzarlo con il generico titolo di "A sacred Oratorio".

Diversamente dai suoi piani, Handel non farà mai più ritorno a Dublino.

Zadok (6 aprile 2011)
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Bibliografia essenziale

Questa breve bibliografia comprende solamente le fonti citate od utilizzate in modo esplicito nel presente articolo.

  • Erich H. Müller, The Letters and Writings of George Frideric Handel, New York, 1935
  • C. Hogwood, Handel, London, 1984 (trad. italiana Edizioni Studio Tesi, 1991)
  • W. Dean, Handel, Ricordi/Giunti, 1987
  • G. Baldini, G. Mandel, William Hogarth pittore, Rizzoli Editore, Milano, 1967

writing

Gabriel Metsu
(b. 1629, Leiden, d. 1667, Amsterdam)
Man Writing a Letter, 1662-65
National Gallery of Ireland, Dublin

Lettera di Handel

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